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L'approdo

Quando si ormeggiava, il primo lavoro era quello di sbarcare il pescato: panieri ricolmi di merluzzi, seppie, sogliole, frittura, sardine, razze, polpi, ecc. venivano riportati a riva soprattutto nella stagione propizia (dalla primavera al mese di ottobre) per essere avviati alla commercializzazione non prima, però, di avere accantonato la parte spettante all’armatore e di aver corrisposto a ciascun componente dell’equipaggio la “mmuccegne”. Con questo termine dialettale s’intende una suddivisione di quella parte della pescata ritenuta di scarso valore commerciale per taglia, imperfezione o qualità e per questo lasciata ai marinai per proprio uso familiare.

Per confezionare il pescato si utilizzavano cassette ricolme di neve e ghiaccioli. La neve accumulata durante l’invernata e immagazzinata ad Acquaviva Picena in apposite grotte, veniva poi, all’occorrenza, trasportata alla “marina” con carretti trainati da cavalli, asini o buoi; tutto ciò prima dell’impianto di depositi di ghiaccio, dapprima, presso la pubblica pescheria, ad inizio novecento, in seguito con la costruzione di edifici indipendenti adibiti a tal uso (“ghiacciaie”).

 

 
 

 
 

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