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L'approdo negato

Risale al 1621 il primo naufragio documentato e la storia della marineria sambenedettese è punteggiata dalle morti dei pescatori annegati per l’affondamento delle loro imbarcazioni, da soli o con l’intero equipaggio. Di alcuni il mare ha restituito il corpo, mentre di tanti altri, che sono andati dispersi, è diventato per sempre la tomba.

Appartengono al passato, ma restano particolarmente toccanti le morti dei bambini imbarcati sulle paranze nei tempi in cui la miseria della popolazione marinara era tanta e l’infanzia non era protetta per legge ed esentata dai lavori del mare. Il nero del lutto, che è rimasto a lungo presente sulle vesti delle madri e delle mogli che hanno perso in mare i loro congiunti, resiste ancora nelle memorie familiari che continuano a coltivare il ricordo.

La comunità cittadina a sua volta, riserva un posto speciale ai caduti e dispersi del mare, conservando i loro nomi in opere e monumenti che dureranno nel tempo.

 

 
 
 
 
 

 
 

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