Il Consiglio comunale approva definitivamente il Piano antenne

Il Consiglio comunale di San Benedetto ha approvato venerdì 24 settembre cinque dei sei provvedimenti all'ordine del giorno, discussi dopo la risposta a due interrogazioni. La seduta è stata interrotta dopo oltre quattro ore dall'inizio, intorno a mezzanotte e un quarto, in fase di votazione dell'ottavo punto, quello relativo all'aumento di volume del residence "Acqua Marina". Interruzione per mancanza del numero legale, essendo presenti in aula 13 consiglieri in tutto. Oltre a questo, rinviate alla prossima assemblea una proroga in materia di occupazione del suolo pubblico con gazebo e la discussione di una mozione sulla sanità.

 

L'assise ha dato il via libera al "riequilibrio di bilancio", approvato definitivamente il piano antenne, di cui naturalmente si era già parlato in passato, e "preso atto" del cosiddetto "silenzio-assenso" della Provincia sulla variante all'art. 29 delle "Norme tecniche di attuazione" del Piano regolatore, in virtù della quale è resa più complessa la procedura per trasformare le strutture ricettive in "residenziale". La maggior parte del dibattito durante la seduta del Consiglio si è sviluppata proprio intorno a questo punto, oltre che su quello poi sfociato nella mancanza del numero legale.

 

Il vicesindaco con delega al Bilancio Antimo Di Francesco ha riferito delle principali variazioni al documento contabile, rispetto alle previsioni e alla gestione amministrativa sviluppata nel corso del 2010. In particolare, ha citato il maggiore introito derivante dalla Tassa sui rifiuti (Tarsu), per oltre 370 mila euro, ma al tempo stesso un minor introito di 100 mila euro al Mercato ittico per una flessione nei quantitativi pescati e commercializzati. Inoltre, minori trasferimenti dalla Regione Marche per 60 mila euro, per il fondo a sostegno degli alloggi. Quanto alle maggiori spese, sono stati destinati oltre 25 mila euro al settore "Servizi alla persona" per i nidi d'infanzia, servizi di prevenzione, sostegno al volontariato, trasporto pensionati e sostegno a famiglie in difficoltà.

 

Altri 45 mila euro sono stati destinati alle agevolazioni sociali per la Tarsu e alla ricicleria. Poco meno di 70 mila euro è invece il risparmio conseguito dal Comune su interessi passivi relativi a mutui con tasso variabile. Tra le altre spese, 55 mila euro per interventi su impianti sportivi, 80 mila euro per manutenzione straordinaria degli edifici scolastici, oltre 93 mila euro come compartecipazione per il dragaggio del porto e il ripascimento dell'arenile, 80 mila euro per interventi sugli impianti di pubblica illuminazione. Infine, per il periodo dal 4 ottobre al 31 dicembre 2010, verrà condotta una sperimentazione per aumentare la fascia di reddito utile all'esenzione dal pagamento dei buoni pasto per la mensa scolastica, coperta con circa 12 mila euro.

 

Nell'accesa discussione sull'art. 29 si sono avute obiezioni tecniche e polemiche politiche. Tra le prime, il fatto che non si sarebbe configurato il "silenzio-assenso" da parte della Provincia e che pareri in contrario non sarebbero completamente attendibili (De Vecchis). Tra le seconde, la richiesta avanzata da Narcisi al Sindaco, di rinunciare alla delega all'Urbanistica. Il Sindaco, nella sua risposta, non soltanto ha difeso la tesi del "silenzio-assenso", ma ha difeso i tecnici e i consulenti comunali da ogni accusa, chiedendo da parte sua l'abolizione del "Comitato Urbanistico Provinciale", organismo che ha qualificato come "arcaico".

 

In apertura di seduta, la Del Zompo ha illustrato la sua interrogazione sulla sanità, lamentando scarsi risultati per il potenziamento di quella pubblica. L'assessore Emili ha risposto, tra l'altro, appellandosi all'unità dell'amministrazione comunale e dei consiglieri e assessori regionali eletti nel Piceno, per ottenere più personale in organico all'ospedale. L'assessore all'Ambiente Canducci ha invece relazionato al consigliere Pasqualini sulla situazione della discarica di via Val Tiberina, rispetto alla quale il Comune dovrà prendere provvedimenti, nonostante le autorizzazioni e la competenza fossero di un'azienda privata (fallita) e della Provincia di Ascoli Piceno.