Un "documento piceno" per un nuovo modo di pescare

Nel consiglio comunale del prossimo 4 febbraio si parlerà anche di problemi della pesca. I consiglieri Lina Lazzari del PD e Marco Lorenzetti dell'UDC hanno infatti sottoscritto un ordine del giorno dal titolo "Linee guida per un documento programmatico per la pesca professionale" del Piceno.

 

Il documento parte dalla constatazione che il settore risente in generale della crisi ma che una componente importante di tale situazione è costituita da un impoverimento delle risorse ittiche.

 

Per questo i due consiglieri chiedono che l'Amministrazione comunale si impegni per promuovere, insieme alla Regiopne e alle associaziopni di categoria, la costruzione di un sistema pesca che favorisca la tutela della risorsa, il reddito d'impresa e la promozione dell'ittico e del territorio nel quale questo si produce.

 

In particolare l'atto di Lazzari e Lorenzetti chiede che questo nuovo  sistema abbia come cardini del proprio agire:

  • la tutela delle marine e delle biomasse, ai fini produttivi, nell'ottica dei principi F.A.O. della pesca compatibile
  • la creazione di forme condivise di gestione tra le comunità pescatorie adriatiche per un equilibrio di pesca ed un occhio al mercato
  • la creazione di regole comuni di pesca e di sviluppo dell'acquacoltura nelle aree condivise
  • l'individuazione dei periodi di fermo pesca che vengano incontro alla tutela biologica delle specie target del provvedimento
  • la revisione della gestione dei fondi strutturali ( FEP ) per il sessennio 2013-2019

 

Per i due consiglieri è indispensabile "la rivendicazione di un ruolo ed un nuovo modo di gestione della pesca sambenedettese e marchigiana" nonché "un equilibrio delle risorse strutturali tra le zone di convergenza e fuori convergenza per permettere a tutti gli operatori di fare impresa in maniera equa senza penalizzazioni."  

 

Per raggiungere tali obiettivi, il documento chiede che la Regione Marche si impegni a farsi promotore tra le regioni dell'area marina adriatica (Friuli, Veneto, Emilia - Romagna, Marche, Abruzzo e Molise) di una struttura di gestione che condivida regole comuni obbligatorie tra i soggetti del "Distretto di pesca". Un secondo importante passaggio dovrà essere il confronto e l'allargamento del Distretto alle realtà frontaliere come Slovenia, Croazia e Montenegro.