La figlia del maresciallo dei Carabinieri Luciano Nardone ricevuta in Municipio dal sindaco

Commozione e cordialità hanno contraddistinto l'incontro, avvenuto questa mattina in sala consiliare, tra la signora Franca Nardone, figlia del maresciallo dei Carabinieri Luciano, vittima della reazione di soldati tedeschi durante l'occupazione nazista e a cui è dedicata la piazza della cattedrale,. e il sindaco Giovanni Gaspari.

 

All'incontro, organizzato dall'Associazione Nazionale Carabinieri di San Benedetto, hanno partecipato il presidente del consiglio comunale Marco Calvaresi, comandante della compagnia dei Carabinieri di San Benedetto Giancarlo Vaccarini, il generale a riposo Gianfranco Massaro, il presidente della sezione sambenedettese dell'associazione carabinieri Giuseppe Bovara, molti associati.

 

"Oggi ho coronato un sogno, quello di conoscere qualche familiare del maresciallo Nardone - ha affermato il sindaco - Ho conosciuto la storia del maresciallo attraverso il libro di Giuseppe Merlini "Nel nome del pane. Luciano Nardone e Isaia Ceci eroi dell'arma" e ho sempre considerato il maresciallo un eroe che si è sacrificato per una comunità. Un uomo che con dedizione ha dato la sua vita per difendere la libertà di uomini e donne sambenedettesi durante i bombardamenti sulla città nella seconda guerra mondiale. La città è profondamente riconoscente al maresciallo e oggi ha la possibilità di dimostrarlo grazie all'impegno dell'associazione carabinieri che sono riusciti a portare la signora Franca qui".

 

Sensibilmente commossa la figlia del maresciallo Nardone, che insieme al marito è in città per una breve vacanza, che ha ricordato come tanti luoghi di San Benedetto dall'ospedale, alla stazione, al vecchio incasato del paese alto, facciano parte dei suoi affetti. "Ogni volta che vengo a San Benedetto - ha aggiungo Franca Nardone - mi sento piccola piccola in confronto a voi che siete grandi nel cuore e onorate mio padre come un eroe".

 

Al termine del saluto in sala consiliare, i partecipanti l'incontro hanno voluto rendere omaggio a Nardone posando un mazzo di fiori sul ceppo a lui dedicato nell'omonima piazza insieme ad Isaia Ceci, altra vittima di quella rappresaglia.