I quattro livelli della torre

Primo livello
Q.ta   + 1.03 - Vi si accede per la porta aperta a livello piazza, ricavata nello spessore del muro. L'ambiente interno è avvolto da una volta cilindrica a sesto acuto, in mattoni. La superficie interna è di mq. 20,50; in origine doveva essere un luogo di deposito (viveri, armi, munizioni). Dalla quota di calpestìo ci si affaccia su uno spazio scavato per una profondità di mt. 4,44 in cui risultano leggibili la fondazione ed una parete curva in mattoni, che si presume essere stato il vano di risalita all'interno della Torre collegata all'imbocco di un cunicolo di sortita per evacuare o rifornire la Torre. All'interno di questo "pozzo" compiono il loro percorso, nelle 24 ore, i contrappesi che regolano il meccanismo dell'orologio alloggiato al terzo livello della Torre. A collegare questo livello con il secondo, è posta in essere una scala che ha mantenuto le stesse caratteristiche della scala in legno precedente.


Secondo livello
Q.ta + 5.93 - Era questo il livello d'ingresso originario alla Torre, attraverso la posterla che non a caso è posizionata sul lato più esposto al mare della fortificazione. L'ingresso era raggiungibile attraverso una scala esterna a pioli, retraibile. L'ambiente, coperto da una volta a vela con unghie, ha una superficie di mq. 20,30.
Il pavimento è realizzato in mattoni con tessitura regolare.
Le pareti interne sono caratterizzate da nicchie e da una feritoia, nell'angolo orientato ad Occidente, che ha un singolare andamento discendente verso l'esterno. Salendo per la scala in laterizio è visibile un camino di sfogo occluso. Tale espediente architettonico permetteva l'evacuazione dei fumi e dei gas conseguenti all'uso delle armi da fuoco. Questo particolare induce a pensare ad un aggiornamento del manufatto in epoca quattrocentesca. Dalla finestra-feritoia rivolta verso Nord, si poteva puntare l'occhio verso Monte Secco e Grottammare.


Terzo livello
  
Q.ta + 10.64 - Ha una superficie di mq. 20; è coperto da una volta a vela in mattoni, con unghie. Collegato al secondo livello attraverso una scala in laterizio; è visibile una finestra-feritoia che guarda verso l'attuale sede vescovile (palazzo Anelli) e salendo verso il piano terrazzato, un'altra finestra-feritoia dalla quale si intravede a destra la Chiesa e l'area della rocca. Sulla parete ovest è posizionato un piccolo camino pensile che, verosimilmente, serviva ad effettuare segnalazioni di fumo, oltrechè riscaldare l'ambiente. In questo livello è alloggiato il meccanismo che regola il grande orologio posto al di sopra della posterla: è stato fabbricato dalla ditta Cesare Fontana di Milano nel 1906. Si tratta di un orologio "pubblico da torre" del tipo gravitazionale a pendolo, con particolari meccanismi che, oltre a segnare le ore attraverso un apposito quadrante in travertino, posto sul lato sud-est della torre, scandisce il trascorrere delle ore con il suono dei rintocchi ore e minuti, battuti su relative campane poste sulla sommità della torre. Il suo complesso meccanismo è racchiuso in un telaio di ferro presso fuso, appoggiato su un basamento di legno originario.
Il grande orologio posto al di sopra della posterla d'ingresso originaria, non compete alla torre e ne "segna fortemente " l'interno con i suoi contrappesi.
L'orologio fu spostato nella Torre, quando la sua funzione si allargò agli spazi sottostanti, per la gente che vi andava ad abitare: prima era collocato sul campanile della Chiesa (la precedente all'attuale costruzione del 1785), quindi andò sulla facciata del Municipio (distrutto nel 1943 dalle bombe, dove ora sorge la scuola elementare) per finire in faccia al mare.
 

Terrazza e copertura
     
Q.ta + 16.60 - Nel piano di calpestìo sommitale si apre un ampio orizzonte visivo sulla città e sul retroterra.
A Nord - Est la Torre è a diretto contatto visivo con il mare.
A Nord - Ovest si profilano Grottammare, Monte Secco e Monte Cretaccio.
La superficie del piano di calpestìo è di mq. 52,30 ed è interessata da caditoie e piombato ed il parapetto (hm = 1,20) è caratterizzato da un coronamento merlato alla ghibellina che ha una larghezza media di cm 50 ed un'altezza complessiva dall'attuale piazza di ml. 18,87. Esso è stato ricostruito all'inizio del secolo (1901), ad opera del Soprintendente Architetto Giuseppe Sacconi che consolida e riporta la merlatura e le caditoie della difesa piombante alle proporzioni originali e che demolisce la vela campanaria che faceva della Torre un orologio civico.  
La quota attuale di calpestìo è stata ribassata di circa 30 cm (riportata all'originaria pavimentazione), in occasione del recente restauro curato dall'Architetto Lola Lunerti.
Sulla sommità della torre è alloggiata una struttura che sostiene due campane, realizzate grazie ad una sottoscrizione di paroni di barche a metà 800.
Un adeguato e suggestivo intervento illuminotecnico scende radente lungo le sei pareti della Torre fino alla piazza, a ricordare la difesa piombante e trasforma la Torre in un palo di luce visibile in tutta la città e punto di riferimento notturno dal mare.
 
 
 
 
 
Ultimo aggiornamento: 28-05-2008