Oltre 150 bambini degli Istituti scolastici cittadini “Nord”, “Centro” e “Sud”, autorità civili e militari e numerosi cittadini hanno preso parte, questa mattina 3 febbraio, alla “Festa dei Funai” organizzata dall’Amministrazione comunale in collaborazione con il Circolo dei Sambenedettesi e l’associazione “Amici di via Laberinto”.
Quest’anno la cerimonia, che da nove anni si celebra in occasione della festa di San Biagio protettore della categoria dei funai, funaretti, canapini e retare, si è tenuta tra via Laberinto e viale Secondo Moretti.
Proprio in via Laberinto uomini e donne che hanno svolto questi antichi e duri mestieri hanno raccontato o fatto vedere come si filava la canapa e si tessevano le reti. L’ex funaio Domenico Nico ha spiegato ai bambini che il mestiere di canapino iniziava all’età di 10 anni ed era un lavoro duro e misero. Ha anche ricordato che, nella filiera della produzione di funi e reti, un ruolo speciale era ricoperto dalle donne. “L’economia marinara sambenedettese – ha dichiarato Nico – l’hanno fatta le donne: da un lato crescevano i figli e dall’altro lavoravano per mantenere la famiglia quando il marito pescatore era lontano da casa”.
Ragazzi e autorità sono stati accompagnati in una visita guidata alla scoperta degli strumenti per svolgere questi antichi mestieri da un altro funaio, Giuliano Zazzetta, che ha anche letto , la poesia “La settimana del funaio” di Ernesto Spina, regalata poi agli studenti dall'associazione “Amici di via Laberinto”. insieme a una linguetta per filare la rete
Poi ci si è spostati in viale Secondo Moretti, davanti al monumento alla Retara realizzato da Aldo Sergiacomi con il contributo dell’Inner Wheel del Rotary nel 1991.
Alla presenza del sindaco Giovanni Gaspari, del consigliere provinciale Stefano Novelli, della Governatrice Simonetta Cristofani Tomassini e della presidente Daniela Farneti D'Aurizio dell’Inner Wheel, la presidente del Circolo dei Sambenedettesi Benedetta Trevisani ha raccontato ai bambini la vita che si faceva in via Laberinto.
“E’ una delle vie più antiche di San Benedetto – ha detto Trevisani – oggi silente e abitata da pochi, ieri sonora e rumorosa piena delle chiacchiere e dei giochi dei bimbi, dei pettegolezzi delle donne che si mettevano davanti alle porte di casa e filavano la rete. E sono proprio le donne che, nell'ambito dei mestieri legati alla filatura dello spago, hanno creato una piccola economia sulla quale si è basato il progresso di San Benedetto”. Trevisani ha poi letto la poesia di Lino Liberati su via Laberinto, mentre l’ex retara Vittoria Giuliani ha declamato il suo componimento dal titolo “Lu Fenare”.
Nel suo saluto Gaspari ha sottolineato il valore delle donne per la crescita di San Benedetto, ricordato che la festa dei funai è stata riportata in auge da qualche anno grazie al prezioso contributo del Circolo dei Sambenedettesi e di Gabriele Cavezzi, “memoria storica” della città, e ha evidenziato come conoscere il passato ci permetta di sapere da dove si è partiti e di guardare con maggior fiducia il futuro. Al termine della cerimonia alle ex retare Vittoria Giuliani, Gilda Giuliani, Vittoriana Mattioli e Pacifica Romani sono state consegnate una medaglia e una pergamena come ringraziamento per l’opera culturale che svolgono finalizzata a far rivivere e far conoscere l’antica figura della retara.