Pozzi inquinati a S. Filippo Neri, l'ordinanza è sempre in vigore

Sono all’esame degli organi preposti alla tutela della salute pubblica i risultati delle ispezioni compiute dai tecnici del Comune di San Benedetto, del Corpo Forestale dello Stato e della Polizia Municipale incaricati di individuare origine e cause dell’inquinamento da tetracloroetilene o PCE, sostanza chimica che degrada lentamente in altri composti come la trielina, riscontrato nel corso delle periodiche analisi dell’ARPAM in un punto del territorio comunale in prossimità del confine nord della città e della statale 16.

 

Il rapporto ARPAM costrinse il Sindaco a firmare a febbraio un’ordinanza finalizzata a vietare, per qualsiasi scopo, l’utilizzo dell’acqua prelevata dai pozzi privati e pubblici ubicati nell’area interessata dalla contaminazione che è compresa nel quartiere di S. Filippo Neri.

 

Nel frattempo si è anche provveduto a censire tutti i pozzi idrici presenti nell’area contaminata e le attività artigianali ed industriali, sia dismesse sia operanti, potenzialmente contaminanti.

 

Poiché, tra le caratteristiche del PCE ci sono la volatilità e la capacità di essere assorbito sia dalle radici di molte specie vegetali ed arboree sia dalle foglie delle piante a seguito della sua volatilizzazione, l’Amministrazione comunale rinnova l’invito ai cittadini della zona di S. Filippo Neri a non utilizzare l’acqua dei pozzi anche solo per innaffiare verde e fiori o per lavare auto o pavimenti.

 

 
 
A cura dell'Ufficio Stampa