Paolo Beni - La bandiera

 
dove
Auditorium comunale
 
quando
Sabato 20 dicembre 2014 - ore 18
 
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a cura di

Michele Rossi

 
 
 
 
 
 
 

"Impareggiabile, gigantesco, magnifico, eclettico, insuperabile, gladiatore, poderoso, irreprensibile, intelligente, sicuro, coraggioso, encomiabile, commovente... Quanti aggettivi sono stati usati per definire Paolo Beni? Sicuramente tanti, ma il tutto può essere condensato in quello splendido ed eloquente striscione che per diversi anni ha campeggiato nella mitica Fossa dei Leoni: Paolo tu si na cosa grande".  

 

Inizia così il primo fascicolo dei "Quaderni Rossoblu" dedicato a colui che ha scritto la storia della Sambenedettese Calcio - dal titolo PAOLO BENI - LA BANDIERA - che verrà presentato all'Auditorium Comunale di San Benedetto del Tronto sabato 20 dicembre 2014 (ore 18, coordina l'incontro Carlo Di Giovanni).  Nelle 32 pagine del "quaderno" - curato da Michele Rossi ed editato dal Laboratorio Terraviva - vengono ripercorsi i tredici campionati giocati da Beni in maglia rossoblu: con le sue 415 presenze (Samb-Brescia del 25 settembre 1960 la prima, Samb-Giulianova del 15 aprile 1973 l'ultima), condite da 22 reti, è tuttora il recordman della Sambenedettese e lo sarà ancora a lungo, visto che il calcio di oggi - dove contano più i soldi del sentimento - non permette a nessuno, o quasi, di diventare la bandiera di una squadra professionistica.

 

Molte le fotografie che accompagnano la lunga intervista dove Beni si racconta a cuore aperto, rivelando anche fatti inediti, oltre all'amore per la città che lo ha adottato. Chiude il "quaderno" la cronologia precisa di tutte le sue 415 partite di campionato con la maglia della Samb, di cui una sola da tredicesimo.  

 

Giocatore molto corretto (ma un'espulsione in carriera), Paolo Beni si è fortemente identificato con il club che lo lanciò in Serie B nel lontano 1960, "strappandolo" al lavoro di meccanico che aveva intrapreso nella sua Firenze, tanto da ricoprirne in seguito, una volta appese le scarpette al chiodo, anche i ruoli di allenatore e direttore tecnico. Pur essendo toscano, si sente più sambenedettese di molti che qui sono nati e vissuti: non per niente nel 2008 gli è stato assegnato il "Gran Pavese Rossoblu" per meriti sportivi.