E' stato il figlio

La locandina del film

La locandina del film

 
dove
Teatro comunale Concordia
 
quando
martedì 30 ottobre 2012, ore 17.00 e 21.30
 
telefono
0735/658641
 
a cura di

Cineforum S.B.T.  Buster Keaton

 
 
 
 
 
 
 

La lussuosa auto nuova che i palermitani Ciraulo hanno comprato con i soldi del risarcimento statale per la morte di Serenella, la piccola figlia uccisa da un proiettile vagante della mafia, conta molto più del suo valore di mercato, è il simbolo di un riscatto sociale ricercato per anni. Quel denaro, che ancora tarda ad arrivare ma che la famiglia già spende grazie ai prestiti di un usuraio, è stato come una manna dal cielo e ha permesso loro di superare le difficoltà. Così, quando il capofamiglia Nicola (Toni Servillo) viene assassinato, la polizia arresta il figlio Tancredi, reo di aver avuto una violenta discussione con il genitore dopo aver procurato un lieve danno all'automobile. Ma è veramente lui l'omicida o la madre sta cercando di salvaguardare il nuovo status economico della famiglia e sta proteggendo qualcun altro

 

Quasi un Gomorra grottesco e astratto, lontano dal reale e vicinissimo alla verità. Un Germi che rigermoglia, tra accelerazioni deformanti e tragedie ridicole. Surrealista, iperrealista, persino celentaniano (vedi la scena nel budello con i due obesi che si ostacolano a vicenda), slanci alla Demy, tra ballate e cantate in uno scenario pre/post apocalittico anni 70 ma quasi atemporale, perchè la disperata povertà non conosce tempi né luoghi. (...) Altra partitura maestosa e compiutissima di Carlo Crivelli, che Ciprì ha il coraggio di mixare con Nino D'Angelo e la Callas. Si parla, si mostra, ci si concentra su una Palermo quasi immaginaria, "teorica", immateriale, ma c'è la mafia e una bambina che muore ammazzata, un risarcimento statale che non arriva mai e un usuraio che esige interessi da sinistra metafora del capitalismo contemporaneo, che impone le coordinate bancarie (strepitosa la sequenza al telefono dell'annuncio dell'imminente bonifico) e l'abito che fa il monaco, altrimenti ciccia. La tradizione è orale (la televisione, nonostante continui tentativi per aggiustare/sistemare l'antenna, non funziona), tanto è vero che è Busu (lo straordinario attore feticcio di Pablo Larraín, Alfredo Castro: Tony Manero, Post Mortem, No) a portare avanti la narrazione da un ufficio postale, con un muto vero che segue attentamente e molti finti sordi incapaci di ascoltare. L'ossidata fotografia, ovviamente dello stesso Ciprì, ha il colore della ruggine, quello delle navi da smantellare, e del livore, dell'astio, della rassegnazione da contenere. Dall'omonima opera di Roberto Alajmo il debutto solitario dell'ex complice di Maresco è un film di strabordante talento, che in un'ora e mezza fa dimenticare il poverismo endemico di molto cinema italiano degli ultimi anni. Con un gigantesco Toni Servillo, una grandissima Giselda Volodi e un'Aurora Quattrocchi che sintetizza come meglio non si potrebbe l'obbligatorietà di comportamenti che i disgraziati del mondo sono costretti, necessariamente, a contemplare. 

 

Ingresso riservato ai soci  con Tessera F.I.C. 2012/2013 (€ 7,00); ridotta studenti (€ 3,50); over 65 (omaggio)

Ingresso proiezione € 4,50; over 65 alle ore 17.00 omaggio