Intervento del sindaco Gaspari alla celebrazione del 25 aprile

 
Il Sindaco Gaspari legge il suo intervento
Celebrazione 25 aprile


Buongiorno e un caloroso benvenuto a tutte le autorità civili, militari, e religiose e ai rappresentanti delle associazioni combattentistiche e d'arma. Ringrazio tutti di essere intervenuti, e a tutti rivolgo un augurio di buon 25 aprile. Oggi, infatti, come ogni anno, celebriamo una festa, il ricordo e la gioia rinnovata per l'insurrezione generale di 64 anni fa, quando l'Italia intera poté dirsi liberata dal nazifascismo.

Non possiamo che accogliere con piacere il clima di inedita partecipazione creatosi quest'anno intorno a questa festa, a livello nazionale, e quindi, si spera, in tutto il cosiddetto "paese reale". Un clima cui ha dato forte impulso il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, intervenuto in questi giorni con un discorso alto ed equilibrato, autorevole come la voce di una persona che "c'era", oltre che come lucido interprete del presente. Il presidente Napolitano ha partecipato alla Resistenza, e ne ricorda il carattere nazionale, avendo essa coinvolto i partigiani, i m ilitari, il popolo. Una lezione equilibrata, e l'invito a vedere la Resistenza come "straordinaria prova di riscatto civile e patriottico dell'Italia", lontano da ogni acritico mito di questa epopea.

"La democrazia non ci è stata regalata, la libertà neppure", ha scritto Giorgio Bocca, un altro che c'era eccome, ed è oggi sulla stessa lunghezza d'onda del presidente. L'importanza dell'esercito Alleato non è messo in discussione da nessuno, ma i fatti ci tramandano appunto un riscatto forte e corale. Bocca è tornato in questi giorni sul tema della "Resistenza di tutti", raccontando come l'ingresso nelle diverse bande partigiane fosse dovuto a vari motivi, non di rado motivati dalla quotidianità, e non necessariamente ideologici.

Nel nostro territorio abbiamo già avviato ieri ad Acquaviva Picena le iniziative per celebrare questo 25 aprile. Abbiamo recentemente ricordato la grande solidarietà ricevuta allora da tutti i sambenedettesi, che dovettero sfollare e furono accolti principalmente proprio ad Acquaviva. Il popolo diede un contributo fondamentale alla lotta per la liberazione, scontando grandi sofferenze sulla propria pelle, e dando il proprio contributo ad azioni partigiane.

Perdere tutto e partire è la sorte che ha avvolto in questi giorni le persone colpite dal terremoto in Abruzzo, alcune delle quali stabilitesi ora a San Benedetto, città ieri sfollata, oggi solidale e generosa, come il resto d'Italia. L'abbraccio con le persone in fuga dal sisma è stato quanto di più naturale, permettendo nei limiti del possibile un "atterraggio" se non morbido, almeno attutito, da questo trauma così forte. Il nostro impegno su questo versante proseguirà nel tempo, come un dovere spontaneo, come un gesto naturale.

 
Il Sindaco Gaspari presenzia alla cerimonia del 25 aprile
Celebrazione 25 aprile

Sono molto lieto, come sindaco e rappresentante della comunità cittadina, e se mi è consentito "comprensoriale", di poter ospitare a San Benedetto il Prefetto di Ascoli Piceno dott. Alberto Cifelli, che ha dato alle stampe il volume intitolato "I Prefetti della Liberazione. L'Istituto prefettizio dalla caduta del fascismo all'assemblea costituente".

Ci siamo complimentati con lui nell'apprendere della presentazione di questo volume a Roma, alcune settimane fa. Ma è in fondo la notizia stessa di questa pubblicazione a generare in noi un ulteriore sentimento di gratitudine nei confronti del Prefetto, che con questo lavoro dimostra una profonda sensibilità per il ruolo che ricopre, interpretandolo con efficacia di risultati e consapevolezza dei risvolti anche culturali implicati in questa carica.

È preziosa la cura certosina profusa dal dott. Cifelli nella ricostruzione di un periodo che ancora oggi genera fiumi di discussioni e polemiche. Questo libro contribuisce senz'altro a dare una luce nuova e diversa a fatti appassionanti come i giorni stessi in cui essi si verificarono, presentando un punto di vista "interno" della vita dello Stato italiano, il funzionamento delle Prefetture accanto alla percezione che si ebbe di questi reggenti. Una prospettiva sobria, oggettiva come gli atti analizzati, curiosa delle circostanze accidentali e soggettive che li generarono. Se la storia è una materia complessa, e il passato una realtà dai contorni sempre in evoluzione, questo libro fornisce un contributo nuovo ed originale di un passaggio cruciale dell'Italia odierna, e non di un passato lontano o "concluso".

Oltre al Prefetto, vorrei inoltre ringraziare i ricercatori che prenderanno la parola dopo di lui, per illustrare argomenti strettamente correlati a quelli del libro. Il dott. Costantino Di Sante e il dott. Piero Di Girolamo forniranno infatti dettagli ulteriori sulla vicenda narrata dal Prefetto, ricordando in particolare la figura di Ettore Troilo, uno dei partigiani "leggendari" che la terra tra Marche e Abruzzo, tra Ascoli e Teramo, vide adoperarsi per la riconquista della libertà.

Una libertà ottenuta non soltanto a caro prezzo, per i sacrifici compiuti da tutti sul piano materiale, ma anche per una sorta di livellamento di colpe e meriti, l'amnistia che la rinascita del Paese richiedeva, o forse non in quella misura: restituire alla luce i meriti di alcuni, tenere ben distinte le parti in causa, e le colpe dalla causa della libertà per tutti perseguita dai partigiani, è l'esercizio che fa volgere il nostro sguardo alla storia, e rimettere mani discrete e attente ai pesi e alle bilance del laboratorio in cui tutti operiamo, nel tentativo di dare esito felice a quell'esperimento continuo che è la vita. Se non abbiamo la pretesa di distinguere il Bene dal Male, almeno quello di apprezzare la moneta vera della libertà, rispetto alla strada senza uscita di quel violento totalitarismo che il 25 aprile italiano argina alle spalle della nostra nazione, permettendoci di guardare meglio e più lontano nel futuro.

Nella sobrietà del fare, quest'anno abbiamo messo a frutto lo storico gemellaggio di San Benedetto con la cittadina austriaca di Steyr, organizzando un viaggio di istruzione per i ragazzi delle nostre scuole medie, che in questo momento si trovano proprio oltr'Alpe. Tra le altre tappe, essi hanno visitato anche il campo di Mauthausen, momento formativo che abbiamo fortemente voluto, in collaborazione con le scuole stesse, per donare ai ragazzi un passato che può essere visto e in qualche modo respirato, nell'aria pur greve di un luogo lugubre, oggi diventato un grande monito di speranza.

Crediamo che i ragazzi torneranno a San Benedetto avendo assistito ad una lezione non sui banchi, ma dal vivo. Lo sforzo di tramandare la memoria vuol dire anche questo: orizzonti che si allargano nella mente, il paesaggio esteriore e quello interiore che assumono sembianze diverse, viaggiando.

Viva l'Italia, viva la Repubblica!