"Scenaperta": a San Benedetto un omaggio a Pergolesi nel trecentenario della nascita

 
"La serva padrona" , capolavoro del genere buffo
"La serva padrona" , capolavoro del genere buffo

Appuntamento da non perdere lunedì 6 luglio alla rotonda di Porto d'Ascoli, dove l'ensemble "I solisti piceni" diretto da Benedetto Guidotti eseguirà l'intermezzo "La serva padrona" di Giovan Battista Pergolesi, e la composizione "Celebrazione... celebre" dello stesso Guidotti su libretto del sambenedettese Fabrizio Urbanelli, dedicata allo stesso Pergolesi: lo spettacolo è un omaggio reso infatti al compositore jesino, nell'approssimarsi del trecentenario della nascita (4 gennaio 1710). La serata, ad ingresso gratuito, rientra nel cartellone di iniziative estive "Scenaperta", allestito dall'Amministrazione comunale. "I solisti piceni" festeggiano per l'occasione la loro prima "uscita" dalla costituzione.

Interpreti della serata saranno, per la Serva padrona il basso Nicola Ziccardi nel ruolo di Uberto, il soprano Elisa Biaggi nei panni di Serpina e Chiara Marangoni nel ruolo di Vespone (servo di Uberto). Per "Celebrazione... celebre", il tenore Roberto Virgili Iachini nel ruolo di Bado Doacuto, il soprano Doriana Giuliodoro nel ruolo di Giovanna Dipetto, il basso Massimiliano Fiorani nel ruolo del "direttore del conservatorio". Regia Daniela Terreri.

 
Giovanni Battista Pergolesi
Giovanni Battista Pergolesi

I "Solisti piceni" sono Piergiorgio Troilo (violino I), Alberto Fabiani (violino II), Alessandro Ascani (viola), Daniela Tremaroli (violoncello), Emiliano Macrini (contrabbasso), clavicembalo Giulio Fratini (per Serva Padrona), pianoforte  Maria Conti Gallenti (per Celebrazione... Celebre).

Nell'approssimarsi del trecentenario della nascita di Giovanni Battista Pergolesi avvenuta a Jesi il 4 gennaio del 1710,  il  conservatorio di Fermo che è a lui intitolato, intende  ripresentare quello che è stato unanimemente definito il capolavoro del genere buffo, l'intermezzo La serva padrona, appunto. A tutti è certamente noto che l'intermezzo non nacque come genere proprio, bensì come "stratagemma",  ossia intrattenimento del pubblico durante il cambio delle scene tra un atto e l'altro di un melodramma. La serva padrona infatti fu scritta da Pergolesi, che allora aveva solo 23 anni, "a intermezzo" dell'opera seria Il prigionier superbo, sempre di Pergolesi, e mai si sarebbe ipotizzato che una semplice "operina", con pochi personaggi (due cantanti e un mimo) senza scene e senza tante pretese sarebbe diventato il prototipo di un nuovo genere operistico di grande successo, quello buffo.

Con La serva padrona Pergolesi aveva infatti creato un nuovo modello, una perla di comicità, destinata a rimanere immortale e ad essere indicata come la vera nascita dell'opera comica; un'opera alla quale faranno riferimento i maestri della seconda metà del '700 e che culminerà nei grandi lavori rossiniani. Pergolesi e Rossini, due grandissimi operisti entrambi vanto della nostra regione, evidentemente ricca di creatività artistica. Il capolavoro di Pergolesi è stato già rappresentato a Fermo in anni recenti, ma questa volta viene impreziosito da un intermezzo nuovo, composto per l'occasione da un docente dello stesso conservatorio di Fermo, il sambenedettese Benedetto Guidotti. "A guisa d'intermezzo", come recita il sottotitolo, esso vuole "celebrare" (da qui il titolo) la memoria del "grande" e riproporre uno spettacolo buffo in ambientazione moderna. Autore del libretto un altro sambenedettese, Fabrizio Urbanelli.

Dice Guidotti: «Nel porre in musica il testo del prof. Urbanelli, così ben strutturato, ho avuto modo di sperimentare una sensazione di piacevolissimo divertimento. Dopo un inizio un po' incerto, in cui mi chiedevo quale fosse la direzione da prendere, ho cercato di restare ancorato a un genere che suscitasse in me costantemente divertimento nel produrlo. A quel punto, liberatomi dal solito e sano sentimento di accademismo, mi sono ritrovato a percorrere una strada quasi tutta in discesa. I suggerimenti del testo, che in poche righe ci propone un ironico, buffo, divertente soggetto che si dipana proprio all'interno del nostro conservatorio "Pergolesi", contribuiscono a rendere questo lavoro unico. Tengo molto, qui, a rimarcare come la produzione si avvalga unicamente di persone, allievi e docenti del nostro conservatorio, che hanno prestato il loro tempo e le loro capacità arricchendo notevolmente il tutto di numerose altre sfaccettature. A loro il mio particolare ringraziamento per la cortese disponibilità. un grazie particolare a Daniela Terreri,  l'insegnante di arte scenica, che ha dato vita con le sue mille risorse a tutto lo spettacolo, al presidente Nella Brambatti e al direttore Silvia Santarelli  per la disponibilità e lo spirito incoraggiante».

La musica dell'intermezzo "Celebrazione... celebre", creato appositamente per le celebrazioni dei 300 anni dalla nascita di Pergolesi, si avvale spesso di citazioni della "Serva padrona". Nella composizione aleggia Pergolesi con uno spirito bonario, quasi come un angelo custode che sta al gioco di venire ora irriso e ora ossequiato. Il lavoro non ha potuto prescindere da quella che è la grande lezione dei mostri sacri. Sotto l'aura benevola del maestro di Jesi compaiono anche Rossini, Mozart, Puccini, Verdi: qualcuno esplicitamente, qualche altro implicitamente.

 

 

 
 
San Benedetto del Tronto

- 03 luglio 2009