In forza dell'Accordo di Programma sottoscritto si è dato avvio alla fase progettuale di un intervento di risanamento ambientale di elevata valenza. Con il decisivo contributo della società incaricata Idroprogetti di Firenze, tra l'altro progettista di alcuni interventi similari sul fiume Arno in Toscana, si sono individuate le seguenti strategie progettuali:
Una parte del progetto complessivo con due delle quattro casse di laminazione lungo l'asta dell'Albula
Sono state quindi individuate 4 zone per la realizzazione di casse di laminazione delle piene (cioè opere idrauliche costruite in prossimità del corso d'acqua che hanno lo scopo di ridurne le portate di piena), con la più grande pari a circa 120.000 mc (poi corretta in 95.000 mc dal progetto preliminare), che porterebbero ad un decremento della portata di massima piena di circa il 20-25% e quindi, nella verifica idraulica dei ponti del tratto urbano, ad un aumento della sicurezza idraulica di circa 50 cm permettendo il passaggio dell'eventuale piena senza rigurgiti né presenza di ponti in pressione. Tali casse sono dotate di argini in terra a bassissimo impatto ambientale con manufatti "a bocca tarata" cioè gli sfoghi della portata di "magra" del torrente consistenti in scatolari in cemento armato rivestiti in pietra. Tali manufatti oltre a garantire la sicurezza idraulica "ritardano" e "tagliano" il picco di piena rendendo sicura l'intera zona a valle della cassa di laminazione. Tali zone normalmente saranno disponibili per le colture agricole normali ma saranno soggette ad una particolare disciplina quali "zone esondabili" e quindi per esse è previsto la corresponsione di una indennità commisurata all'occupazione quantificata in base al valore di esproprio. Le aree invece occupate dalle arginature di progetto verranno espropriate.
La vista in sezione del manufatto: si nota la "bocca tarata" nella quale scorre normalmente il torrente in periodo di "magra"