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Il faro

Tra il 1948 e il 1950 ad opera del Genio Civile – Opere Marittime di Pescara, sulla punta del molo sud, venne costruito un primo faro, modesto sia nelle dimensioni che nella portata luminosa. Ma sin da subito si avvertì l’esigenza di dotare la città di un faro che potesse garantire un riferimento sicuro e che fosse percettibile ad una distanza maggiore.

Entrato in funzione ufficialmente nel 1957, quello attuale venne costruito, assieme agli “alloggi” per i “fanalisti”, dalla ditta sambenedettese Adolfo Pazzaglia per conto dell’Ufficio del Genio Civile per le “Opere Marittime” di Ancona, tra la rotonda e la zona portuale (in zona strategica e centrale all’area portuale), in considerazione del fatto che l’importanza di un faro è nella posizione e nella portata del fascio di luce. E’ elemento necessario ai naviganti e marinai per l’avvicinamento alla costa, come richiamo nell’oscurità notturna per gli uomini in mare che, localmente, prima della sua costruzione avevano come riferimento solo il torrione e il suono delle campane; idealmente per questo motivo è stato costruito lungo la perpendicolare che parte dal “Paese Alto” in direzione est.

E’ una torre cilindrica su fabbricato ed è alta 31 metri. Sulla sua sommità si trova collocata una lampada alogena che emana una luce bianca che, grazie a delle lenti opportunamente combinate ed allineate, viene riflessa emergendo come un intenso fascio di raggi paralleli, quindi convogliata in un unico punto e proiettata in lontananza. La scala a chiocciola con 150 scalini porta alla sommità della struttura e ad una terrazza dalla quale è possibile vedere da levante l’intera città e le colline circostanti.

Il faro di San Benedetto del Tronto oggi funziona in automatico grazie ad una fotocellula che lo aziona o lo spegne. Ma all’epoca della sua costruzione, era un faro manuale il cui funzionamento si realizzava dietro degli ingranaggi mossi da un peso motore che quotidianamente doveva essere ricaricato dal farista. La portata della luce del faro, per la forte intensità della sorgente luminosa, si proietta ad una distanza di 32 miglia nautiche in condizioni di perfetta visibilità, con il versante ovest oscurato (a prevenire fastidi alla città) ed è una luce ottica rotante che emana due lampi in un periodo di dieci secondi. In condizione di eventuale avaria, vi è anche un fanale più piccolo di riserva con una portata più contenuta.

In presenza di nebbia si aziona pure il nautofono collocato sulla punta del molo sud che emana un segnale sonoro per le imbarcazioni che altrimenti non riuscirebbero a percepire i due fanali identificativi dell’imboccatura del porto, rispettivamente con luce verde nel molo nord e con luce rossa nel molo sud.

Il faro di San Benedetto del Tronto assume una notevole importanza per tutta la marineria medio adriatica sia perché esso è l’unico che ha una portata notevole tra Ancona ed Ortona sia per la portata geografica (la distanza, cioè, alla quale può essere visto tenendo conto della curvatura della terra e della quota a cui è l’occhio dell’osservatore). Esso fa capo, come tutti i fari della costa adriatica che vanno da Trieste a Vieste, a Marifari Venezia e il farista che ha compiti di manutenzione e controllo dipende dal Ministero della Difesa – Marina Militare. Il farista di San Benedetto del Tronto controlla anche il piccolo faro di Pedaso.  

 

 
 

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