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Dirò del Rodi

 
Dirò del Rodi
 

Il 23 dicembre 1970 è una data che resta indelebile nella memoria collettiva della Città di San Benedetto del Tronto.

Quel giorno, a circa tre miglia dalla foce del Tronto, veniva avvistata, capovolta, la nave da pesca oceanica “Rodi” di 500 tonnellate, iscritta al Compartimento di Messina, ma di base nel nostro porto. Morirono tutti e 10 gli uomini dell’equipaggio, 8 di San Benedetto, uno di Tortoreto, uno di Martinsicuro. Lo sgomento della città presto si trasformò in rabbia per la mancanza di un intervento di recupero immediato dell’imbarcazione. Esplose una protesta popolare, fu proclamato uno sciopero generale, furono bloccate la Statale Adriatica e le stazioni ferroviarie di San Benedetto e di Porto d’Ascoli fino a quando non si avviò, sei giorni dopo, l’operazione di trasferimento del relitto nel porto di Ortona dinanzi al quale, spinto dalle correnti, era stato trascinato.

Ogni anno, proprio il 23 dicembre, l’Amministrazione comunale ricorda con una cerimonia in zona portuale tutti i caduti in mare ma, nella ricorrenza dei 50 anni dalla sciagura del “Rodi”, ha deciso, per onorare la memoria di quei fatti, di promuovere una serie di iniziative racchiuse in un programma intitolato “Dirò del Rodi”.

Per l’occasione è stato ideato un apposito logo nel quale “Dirò”, anagramma del nome della barca “Rodi", è sormontato dalla figura dell’infinito, simbolo della volontà di riannodare un passato lungo 50 anni e proiettarlo nel futuro, ricordando e raccontando ma guardando oltre.

Con la preziosa collaborazione della Fondazione “Libero Bizzarri” e il supporto dell’Archivio storico comunale per la ricerca di fonti storico – documentali, è in fase di realizzazione un video rievocativo curato dai registi sambenedettesi Giacomo Cagnetti e Rovero Impiglia. 

Tra il materiale a disposizione, meritano una particolare citazione i filmati, girati dal fotoreporter sambenedettese Alfredo Giammarini, che documentano i momenti immediatamente successivi alla tragedia, tanto di quanto successe in città nei giorni a seguire e le operazioni di recupero dello scafo.

I filmati sono stati restaurati digitalizzando un unico file a cura della Zenit Arti Audiovisive, nota casa di produzione indipendente di Torino, e i relativi diritti esclusivi di utilizzo sono stati acquisiti al patrimonio pubblico tramite la fondazione “Bizzarri”. Le due pellicole di Alfredo Giammarini, importanti non solo da un punto di vista storico-documentale ma anche per la testimonianza sociale, così valorizzate, entrano a buon titolo a far parte del patrimonio della nostra città.

Presto on-line una mostra storico-documentale sui fatti di quel dicembre 1970 mentre l'Archivio Storico comunale editerà una pubblicazione ricca di testimonianze e fotografie acquisite anche grazie alla collaborazione di privati.

 

 
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