salta ai contenuti
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

L'emigrazione marinara sambenedettese

La crisi della marineria pontificia nel periodo post Restaurazione favorisce un flusso migratorio verso il litorale abruzzese (soprattutto Giulianova, Silvi, Castellamare Adriatico, Pescara,

Ortona e Vasto), inizialmente anche con forme e modi che richiamano l'illegalità e la clandestinità. Tra il 1845 e il decennio successivo, a seguito della penuria di pesce verificatasi nell'Adriatico, una schiera di pescatori sambenedettesi, con le proprie imbarcazioni, emigra nel Tirreno raggiungendo Nettuno, Anzio, Civitavecchia.

La crisi generale della pesca in Adriatico, sul finire dell’800, intensifica il trasferimento di molte barche nei centri pescherecci del golfo di La Spezia e dell’alto Tirreno (Portovenere, Lerici, Ameglia e poi Viareggio).

Maggiori guadagni, approdi più sicuri rispetto alla “spiaggia aperta” della costa medio adriatica e la notevole pescosità di quelle acque determinano lo stanziamento di tanti altri ceppi familiari. Tale fenomeno si acuisce con l’interdizione della pesca in Adriatico a causa del conflitto con l’Austria.

Al termine della Grande Guerra alcune famiglie sambenedettesi emigrano nell’isola di Lussino nel Quarnero, golfo che notoriamente segna il confine tra la penisola italiana e la Dalmazia. La Prima Guerra Mondiale determina l’annessione della penisola e dell’arcipelago istriano all’Italia per cui l’emigrazione dei sambenedettesi in quelle zone mise a contatto due culture, seppur marinare, decisamente diverse.

Sul finire dell’800 ha avvio anche una fortissima emigrazione in America. Nel 1901 partono per il nuovo mondo 79 persone, 90 nel 1902, 71 nel 1903, 105 nel 1904, 222 nel 1905, 252 nel 1910 e 553 nel 1913, privilegiando Chicago Heights, e, da quest’ultima tappa, quelli che non trovarono lavoro nelle fabbriche, seguendo come operai la costruzione della ferrovia, emigrano verso l’ovest, verso il “mare” approdando dapprima a Collinsville, sull’estuario del fiume Sacramento, poi aS. Diego in California. Qui, dopo una breve esperienza di pesca locale, si spinsero a pescare verso altri mari, giungendo persino a catturare il merluzzo in Alaska.

Nello stesso periodo altri sambenedettesi iniziano ad emigrare, molti imbarcandosi su Piroscafi con la qualifica di fuochisti, nell’America latina (Buenos Aires e soprattutto Mar del Plata).

 

Emigrazione in Italia ed altri centri dell’Adriatico:

 

Dal 1820 in poi e fino alla seconda metà del XIX secolo a Giulianova, Silvi, Castellammare Adriatico (Pescara), Ortona, S. Vito Chietino;

 

Dal 1845 ad Anzio, Civitavecchia;

 

Dal 1870 in poi Genova e La Spezia;

 

Dal 1890 e fino alla prima met del ‘900 Portovenere, Le Grazie, Lerici, Bocca di Magra, Ameglia;

 

Dai primissimi del ‘900 a Viareggio (con un movimento migratorio continuo per tutto il corso del XX sec.), dove scendono pure alcuni ceppi sambenedettesi gi presenti nei paesi del Golfo di La Spezia;

 

Dal 1918 ad Abbazia quindi Isola di Lussino;

 

Dal 1930 a S. Vito Chetino, Vasto, Termoli con diverse famiglie domiciliate in questi centri per brevi periodi di pesca o altre famiglie con spostamento di residenza definitiva;

 

Dal 1930 a Cesenatico ed altri centri della costa romagnola;

 

Dal 1930 a Zara e Spalato;

 

Dal 1950 da Viareggio a Porto Torres;

 

Dal 1960 da Viareggio a Castiglione della Pescaia;

 

Emigrazione nel mondo:

 

Fine ‘800 - prima met del ‘900 a Chicago Heights (Illinois) e da qui, molte famiglie emigrano a Collinsville (sull’estuario del fiume Sacramento), S. Francisco e S. Diego (California);

 

Dai primissimi del ‘900 a Buenos Aires e soprattutto Mar del Plata (Argentina);

 

Dal 1910 a Callao (Perù);

 

Nel 1950 a Perth (Australia).

 

 
 
 

 
 
 
 

 
 

ATTENZIONE

Il materiale contenuto in queste pagine è soggetto a copyright.

Per utilizzarlo è necessario ottenere il preventivo consenso.

 

 

 

 

MUSEO DEL MARE

Viale Colombo n. 94

63074 San Benedetto del Tronto - AP - Italia

cell. +39 353 4109069

tel. +39 0735 592177

info@museodelmaresbt.it

musei@comunesbt.it

 
torna ai contenuti torna all'inizio