57° Rapporto sulla situazione sociale del Paese/2023_Censis

 

Il Censis, Centro Studi Investimenti Sociali, è un istituto di ricerca socio-economica fondato nel 1964.

A partire dal 1973 è diventato una Fondazione riconosciuta con Dpr n. 712 dell’11 ottobre 1973.

Il Censis svolge da oltre cinquant’anni una costante e articolata attività di ricerca, consulenza e assistenza tecnica in campo socio-economico. Tale attività si è sviluppata nel corso degli anni attraverso la realizzazione di studi sul sociale, l’economia e l’evoluzione territoriale, programmi d'intervento e iniziative culturali nei settori vitali della realtà sociale: la formazione, il lavoro e la rappresentanza, il welfare e la sanità, il territorio e le reti, i soggetti economici, i media e la comunicazione, il governo pubblico, la sicurezza e la cittadinanza.

Il lavoro di ricerca viene svolto prevalentemente attraverso incarichi da parte di ministeri, amministrazioni regionali, comunali, camere di commercio, associazioni imprenditoriali e professionali, istituti di credito, aziende private, gestori di reti, organismi internazionali, nonché nell'ambito dei programmi dell’Unione europea. L’annuale «Rapporto sulla situazione sociale del Paese», redatto dal Censis sin dal 1967.

 Giunto alla 57a edizione, il Rapporto Censis interpreta i più significativi fenomeni socio-economici del Paese nella fase congiunturale che stiamo vivendo. Le Considerazioni generali introducono il Rapporto descrivendo una società con molte scie, ma nessuno sciame, con una direzione, ma pochi traguardi, in cui i meccanismi di mobilità sociale si sono usurati.

Nella seconda parte, La società italiana al 2023, vengono affrontati i temi di maggiore interesse emersi nel corso dell’anno, l’economia in rallentamento dopo la fine dell’espansione monetaria, i nuovi fermenti e le inquietudini, fino a delineare il ritratto di una società di sonnambuli, ciechi dinanzi ai presagi. Nella terza e quarta parte si presentano le analisi per settori: la formazione, il lavoro e la rappresentanza, il welfare e la sanità, il territorio e le reti, i soggetti e i processi economici, i media e la comunicazione, la sicurezza e la cittadinanza.

 

 

 

 

 

 

 
 
 

Cenni sul 57° rapporto.

 

Il Rapporto Censis scatta una fotografia sfaccettata della società italiana, affrontando il tema del lavoro, del benessere, della qualità della vita, eutanasia, famiglia e paure.
Nel 2040 solo una coppia su quattro avrà figli. Il 34,5% della popolazione sarà anziana e sola
Nel 2040 le coppie con figli diminuiranno fino a rappresentare il 25,8% del totale e le famiglie composte da una sola persona aumenteranno fino a 9,7 milioni (il 37%). Di queste, quelle costituite da anziani diventeranno quasi il 60% (5,6 milioni). Secondo le stime, nel 2040 il 10,3% degli anziani continuerà ad avere problemi di disabilità. Gli anziani rappresentano oggi il 24,1% della popolazione complessiva e nel 2050 saranno 4,6 milioni in più: raggiungeranno un peso del 34,5% sul totale della popolazione. Gli anziani di domani saranno sempre più senza figli e sempre più soli.

Clima impazzito, crisi e guerra, le nostre paure. L'84% teme i disastri del meteo, il 60% una guerra mondiale
L'84% degli italiani è impaurito dal clima impazzito mentre il 73,4% teme una crisi economica e sociale molto grave con povertà diffusa e violenza. Secondo il 73% l'Italia non sarà in grado di gestire l'arrivo di milioni di persone in fuga dalle guerre o per effetto del cambiamento climatico, il 53% ha paura che il debito pubblico provocherà il collasso finanziario dello Stato. Quasi sei italiani su dieci temono una guerra mondiale in cui potremmo essere coinvolti mentre il 59,2% crede che l'Italia non sia in grado di proteggersi da eventuali attacchi terroristici di stampo jihadista. 

Italia, un paese di emigrazione: aumentati gli espatriati negli ultimi dieci anni
Gli italiani che si sono stabiliti all'estero sono aumentati del 36,7% negli ultimi dieci anni, ossia quasi 1,6 milioni in più. A caratterizzare i flussi più recenti è l'aumento significativo della componente giovanile, sempre secondo quanto emerge dal rapporto del Censis presentato oggi a Roma. Nello studio si evidenzia che nell'ultimo anno gli espatriati sono stati circa 82mila, di cui il 44% tra 18 e 34 anni (ossia oltre 36mila). Con i minori al seguito delle loro famiglie (13.447) si sfiorano le 50mila persone: pari al 60,4% del totale. Anche il peso dei laureati sugli expat 25-34enni è aumentato significativamente, passando dal 33,3% del 2018 al 45,7% del 2021. 

Il mondo del lavoro: il tasso di occupazione raggiunge il 60%
Registrato anche un consolidamento della fase espansiva dell'occupazione, avviata già nel 2021. Sono 23,4 milioni gli occupati nel primo semestre di quest'anno: il dato più elevato di sempre. Il tasso di occupazione raggiunge il 60%, aumentato di 2 punti percentuali tra il 2020 e il 2022, ma è ancora al di sotto del dato medio europeo (69,8%) di quasi 10 punti. Se nel nostro Paese si raggiungesse il dato medio europeo, avremmo circa 3,6 milioni di occupati in più. Rispetto ai primi tre mesi di quest'anno, si riducono le ore lavorate in tutti i settori produttivi:  -3% nell'agricoltura, -1,1% nell'industria, -1,9% nelle costruzioni, -0,5% se si considera l'intera economia.

E se l’occupazione cresce, gli italiani, secondo lo studio Censis, non sono più alla conquista dell'agiatezza, ma alla ricerca di uno spicchio di benessere quotidiano. Per l'87,3% degli occupati mettere il lavoro al centro della vita è un errore. Il 62% degli italiani avverte il desiderio quotidiano di momenti da dedicare a sé stessi e un plebiscitario 94,7% rivaluta la felicità che deriva dalle piccole cose di ogni giorno: il tempo libero, gli hobby, le passioni personali. Rispetto al passato, l'81% dedica molta più attenzione alla gestione dello stress e alla cura delle relazioni, perni del benessere psicofisico individuale.

Un altro dato sempre inerente al mondo del lavoro è la stima, per il 2050 di quasi 8 milioni di persone in età lavorativa in meno in Italia. Una scarsità di lavoratori che avrà un impatto inevitabile sul sistema produttivo e sulla nostra capacità di generare valore. Anche la tenuta del sistema di welfare desta preoccupazioni: nel 2050 la spesa sanitaria pubblica sarebbe pari a 177 miliardi di euro, a fronte dei 131 miliardi di oggi.

Male gli investimenti che secondo il Rapporto tra il primo e il secondo trimestre di quest'anno si sono ridotti dell'1,7% quelli fissi lordi, in particolare nelle costruzioni in cui si registra un -3,3%. Il segno negativo davanti alla variazione del Pil nel secondo trimestre dell'anno e poi la stagnazione dell'economia registrata nel terzo trimestre certificano una nuova fase di incertezza, che peraltro ancora non incorpora gli effetti del conflitto in Medio Oriente. Molte delle attese di rafforzamento del sistema produttivo si sono riversate sulle potenzialità del Pnrr che secondo le stime raggiungerà alla fine del 2023 una percentuale di completamento pari al 50%, rispetto a una tabella di marcia che prevedeva il 74%. 

Il 74% degli italiani favorevole all'eutanasia e il 76% dice sì allo ius soli
Il 74% degli italiani si dice favorevole all'eutanasia. Lo studio evidenzia, inoltre, che il 70% approva l'adozione di figli da parte dei single e il 54% da parte di coppie omogenitoriali. Mentre il 65% si schiera a favore del matrimonio tra persone dello stesso sesso.  Sul fronte dei diritti, il 72% è favorevole all'introduzione dello ius soli e il 76% dice sì allo ius culturae, ovvero la cittadinanza per gli stranieri nati in Italia o arrivati in Italia prima dei 12 anni che abbiano frequentato un percorso formativo nel nostro Paese.

 

 

Link di riferimento:

https://www.censis.it/